I mozzi della bicicletta | Cyclinside.it

2022-05-09 08:08:52 By : Ms. Null Yi

Il mozzo è il componente che fa da fulcro alla ruota, ne permette la rotazione e tiene fermi i raggi. Nel mercato esistono diversi tipi di mozzi, differenti per dimensionamenti e conformazioni, caratteristiche che, di fatto, influenzano il comportamento della ruota.

La struttura base del mozzo è composta dalle flange, le parti dove vengono inseriti i raggi, e il corpo centrale. I materiali utilizzati vanno dall’alluminio alla fibra di carbonio, qeusti almeno per le parti esterne. I movimenti interni possono essere in titanio o acciaio a seconda anche di quanto è pregiato il pezzo.

Se sentite parlare di misura del mozzo il riferimento è alla larghezza della battuta sul telaio. Questa dimensione varia tra ruota anteriore e posteriore (100 millimetri la prima, 130 la seconda) ma anche tra i tipi di biciclette. Le mountain bike, ad esempio hanno, sulla ruota posteriore, una battuta da 135 millimetri. L’arrivo dei freni a disco ha spinto ad allargare questa misura e sempre più spesso si arriva a 147 millimetri (per biciclette con freni a disco) anche nei modelli da strada. Questo, se può comportare qualche problema i più di linea di catena, aumenta però lo spazio a disposizione e, in definitiva, migliora anche la campanatura della ruota.

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I punti di aggancio dei raggi si differenziano per numero di fori (a seconda di quanti raggi sarà la ruota) e per dimensioni. Una flangia di dimensioni comuni presenterà un diametro di circa 5 centimetri (attenzione a non confondere questo valore con il diametro ai fori indispensabile per calcolare la lunghezza esatta dei raggi). Sul mercato tuttavia si può trovare un po’ di tutto. In questi ultimi anni si stanno riscoprendo i mozzi a flangia larga molto utilizzati fino agli anni settanta. In effetti sono molto indicati per aumentare la rigidità della ruota senza necessariamente fargli corrispondere un cerchio ad alto profilo.

Le flange si possono differenziare pure per il tipo di raggi che andranno ad accogliere. Sono sempre di più i raggi a testa dritta e in questo caso le flange diventano un allargamento del corpo del mozzo per garantire una sufficiente robustezza al differente tipo di aggancio. È importante poi anche la distanza tra le due flange. Questa misura dà la campanatura della ruota, ossia quanto il cono della raggiatura sarà più o meno alto.

Funge da distanziale tra le due flange ma subisce anche indirettamente i colpi trasmessi dai raggi oltre che la torsione impressa dall’azione del ciclista. Solitamente è un blocco unico con le flange stesse ma sempre di più viene realizzato in fibra di carbonio e poi incollato e incastrato alle parti terminali del mozzo. Sul corpo centrale i mozzi a controconi presentano a volte un foro adibito all’iniezione del lubrificante evitando così di dover smontare tutto il mozzo.

È il vero centro del mozzo. Sull’asse si vanno a concentrare i pesi e gli sforzi sostenuti dal mozzo. L’asse è in acciaio o in titanio, altri materiali non sono sufficientemente solidi per le dimensioni che deve avere l’asse. La sua forma è piuttosto semplice: si tratta di un cilindro vuoto al centro con le estremità filettate.

Si basa su un sistema a sfere, indipendentemente che queste siano imprigionate in cuscinetti o in un sistema di coni e controconi.

I cuscinetti sono il sistema più recente. Essendo sigillati e già ottimizzati nelle dimensioni e nei montaggi assicurano precisione e non richiedono alcuna manutenzione. I cuscinetti sono infilati a pressione sull’asse e nel corpo del mozo in modo da assicurarne l’assoluta rigidità.

Nei sistemi a coni le sfere, anzichè essere imbrigliate in un cuscinetto, sono tenute tra due piste di scorrimento avvitate sull’asse del mozzo. Un sistema di dado e controdado permette di regolare la distanza tra le due piste in modo da assicurare il perfetto scorrimento delle sfere senza bloccarle. Questo sistema viene sempre più spesso soppiantato dall’impiego di cuscinetti che risultano molto più pratici per quanto riguarda montaggio e manutenzione.

Completano il mozzo fissandolo ai forcellini del telaio o della forcella. I bloccaggi sono costituiti da un asse in acciaio o in titanio con, da una parte una filettatura su cui si avvita il cappellotto di chiusura, dall’altra una leva fissata su un eccentrico che, spinge sul cappellotto opposto andando a compattare bloccaggio e mozzo sul telaio della bicicletta.

Su biciciclette non da corsa i bloccaggi sono spesso affidati direttamente a bulloni avvitati direttamente sull’asse. Questo tipo di bici non si troveranno mai in una competizione a dover richiedere un cambio ruota veloce.

Per montaggio radiale si intende un tipo di costruzione della ruota in cui ogni raggio non incrocia altri raggi tra il mozzo e il cerchio. Questo tipo di costruzione ha dei vantaggi in termini di rigidità ma è assolutamente da sconsigliare almeno sul lato destro della ruota posteriore. Qui la campanatura è meno accentuata e la trazione sul mozzo notevole tanto da rischiare la rottura della flangia.

Ad ogni modo, se si prevede di montare una ruota con raggi radiali si verifichi sempre la predisposizione del mozzo a questo montaggio. I mozzi normalmente in commercio sono progettati per il montaggio con i raggi incrociati e la flangia potrebbe non reggere la sollecitazione enorme del raggio radiale.

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